Iniziare a scrivere quest’articolo su Sydney e l’Australia è come andare a stuzzicare una ferita ancora in fase di guarigione, a giorni alterni ancora sanguinante.
Sì, perché diciamo che questo viaggio, nel suo complesso, sarebbe dovuto durare molto di più e avrebbe dovuto comprendere più nazioni. Ma il corona virus si sa, è stronzo inside e non ha risparmiato niente e nessuno, neppure la terra dei canguri.
Ma questa è un’altra storia e magari ve ne parlerò un altro giorno.
Arriviamo a Sydney con un volo Thai Airways da Bangkok. Siamo a fine febbraio, la pandemia covid-19 è ancora in fase embrionale, qui in Australia.
Noi, invece, influenzati dalle notizie catastrofiche che iniziano ad arrivare dall’Italia, sui mezzi pubblici e negli aeroporti indossiamo la mascherina. La gente, ignara di ciò che sarà di lì a poco, ci guarda con fare sospetto.
Sydney: uno sguardo d’insieme
Iniziamo il nostro viaggio in questa terra esplorando la città, partendo dal quartiere in cui abbiamo alloggiato, Glebe, in un ostello molto carino in cui una sera, mentre mangiavamo nel giardino, uno strano animale ha pensato bene di farci prendere un coccolone. Era un opossum molto spavaldo che voleva appropriarsi del nostro cibo. Praticamente un ratto gigante con il verme solitario!
Nel quartiere è piacevole fare una bella passeggiata, guardare le casette in stile vittoriano, fare un giro in uno dei parchi che si trovano in zona, osservare lo scorrere della vita in questa parte di mondo. A tal proposito una scolaresca passa la sua ora di attività sportiva al parco, praticando uno sport a squadre di cui sinceramente non ho capito il senso.
Per girare la città con i mezzi pubblici abbiamo acquistato la Opal card, una tessera che va caricata in qualsiasi negozietto tipo Seven Eleven che vi permetterà di muovervi comodamente. I trasporti, infatti, sono efficienti ma, tasto dolente, un po’ cari. Per questo, quando le distanze ce lo permettevano, abbiamo optato per l’utilizzo degli arti inferiori. La sera eravamo distrutti però almeno potevamo permetterci la cena 🙂 .
Sydney è proprio una bella città. Il centro si sviluppa su una baia, famosa perché lì si trova l’Opera House e l’Harbour bridge. Ma a parte le sue più famose attrazioni, tra cui anche il giardino botanico, da non tralasciare assolutamente, la cosa più bella da fare è camminare senza meta, assaporando ogni angolo di questa città così multiculturale e verde. I parchi sono una gioia per gli occhi, così curati e ben tenuti, come del resto tutta la città.
Chinatown è super ordinata, non ha quell’aspetto un po’ trasandato da magazzino all’ingrosso, che invece ho ritrovato in altre zone di mondo. La cucina asiatica è ovunque, non solo in questo quartiere. Se ne siete amanti qui troverete cibi di qualsiasi anfratto d’Asia e se sapete scegliere bene, anche a buon prezzo rispetto ad altri ristoranti internazionali.
Energia pulita e rinnovabile in città
Ma il mio blog si chiama TripandClean e quindi di certo non posso non parlare del lato green (se esiste) dei posti in cui vado. Sydney (non l’Australia in generale) è in questo senso un esempio davvero virtuoso. La sindaca della città australiana più popolata, Clover Moore, è infatti riuscita a realizzare ciò che il suo programma e la sua giunta si erano prefissati (e già quest’ultima frase appare per molti di noi, italici abituati a programmi sbandierati in campagna elettorale mai realizzati, come un fenomeno paranormale, persino se la promessa riguarda la realizzazione di nuove strisce pedonali). Il suo intento effettivamente portato a termine, è stato far diventare Sydney una città alimentata al 100% da energie pulite e rinnovabili.
Ciò avviene per quanto riguarda l’intera utenza municipale e quindi lampioni, piscine, edifici comunali e lo stesso municipio di Sydney; parliamo dunque di elettricità usata per il pubblico non per le utenze private, per quello il discorso è differente.
L’intero fabbisogno energetico è completamente fornito da due parchi solari e da un centro eolico, per un investimento totale di 60 milioni di dollari grazie al quale ci sarà una riduzione stimata delle emissioni nocive intorno alle 200 mila tonnellate ogni anno.
“Le città sono responsabili del 70% delle emissioni serra mondiali. È fondamentale intraprendere azioni sul clima efficaci e basate sull’evidenza. Siamo nel mezzo di un’emergenza climatica. Se vogliamo ridurre le emissioni e far crescere il settore dell’energia pulita, ogni livello di governo deve passare urgentemente al rinnovabile.”, afferma la sindaca.
Insomma, una città che guarda avanti e che si pone in netta contrapposizione all’operato del governo centrale, quello del conservatore Scott Morrison, il quale di certo non ha posto la questione climatica al centro delle sua agenda, anzi si è spinto più in là sposando la tesi dei negazionisti della crisi ambientale, anche in occasione dei tremendi incendi che hanno coinvolto il Paese, continuando a investire sul fossile, eliminando la tassa sulle emissioni di CO2, cancellando gli obiettivi per le energie rinnovabili, abolendo l’Autorità Indipendente per il Cambiamento Climatico e aumentando il disboscamento dell’800% nel solo Nuovo Galles del Sud. Giusto per citarne alcune.
La sindaca di Sydney dunque ci insegna, ancora una volta, che siamo noi che abbiamo il potere nelle mani di cambiare le cose, non solo partendo dai piccoli gesti quotidiani, ma soprattutto scegliendo e votando partiti politici che mettano la questione ambientale in primo piano, che elaborino soluzioni innovative capaci di arginare il fenomeno con tempestività. Perché di tempo non ne abbiamo più e quel tic tac è ogni giorno sempre più assordante.
Daje Clover, continua così!
Le spiagge: Bondi beach e Mainly
Per quanto riguarda le spiagge, sotto suggerimento di un’amica che viveva lì, non potevamo esimerci dal fare un salto nella famosa Bondi Beach, che era più un carnaio che una spiaggia, ma almeno abbiamo conosciuto lei e altra bella gente 🙂 . Per i miei gusti troppo affollata però volendo ci si può spostare nello spazio verde, vista oceano, che precede l’accesso in spiaggia. Per arrivarci dal nostro ostello a Glebe, abbiamo preso due autobus, uno fino al centro e poi un altro fino a Bondi. Durata del viaggio circa un’ora e mezza.
Con un traghetto da Circular Quay vicino l’Opera House, sempre utilizzando la Opal card, siamo andati a Mainly Beach. Più tranquilla rispetto a Bondi, Mainly è un posto piacevole per trascorrere una giornata, passeggiare tra i suoi vicoli, lungo la sua spiaggia chilometrica e fare un giro nel mercatino che si tiene fino al primo pomeriggio.
Fish market di Sydney
Anche se non volete mangiare nulla (anche qui è tutto caro) fare un giro al mercato del pesce è comunque una buona idea per vedere un po’ di vita locale. Il fine settimana è molto frequentato, molte famiglie vengono qui per passare un po’ di tempo insieme mangiando pesce fresco. Qui ho visto le aragoste più grandi della mia vita, dei mostri, e una varietà di pesce, cucinato e non, incredibile. Fateci un giretto e, se le vostre finanze ve lo permettono, assaggiate qualcosa. Io ho optato per il piatto più economico, riso con pesce e uno spiedino. Tutto davvero delizioso!
- Leggi anche l’articolo sul Giappone in cui, proprio al mercato del pesce di Tokyo, ho assaggiato tante cose buone.
Mardi Gras
Siamo capitati a Sydney durante il Mardi Gras, una parata gay-pride, a cui partecipano persone da tutta l’Australia, con carri, maschere e tanta allegria. Per l’occasione il centro città era tutto blindato, strade chiuse e fiumi di gente che cercavano, noi inclusi, di raggiungere un punto decente in cui vedere la manifestazione. La particolarità dell’evento è che vi partecipano anche vigili del fuoco, ufficiali di polizia dello stato del New South Wales e altri gruppi delle forze dell’ordine.
Organizzata benissimo e super sentita da tutta la città che si veste dei colori dell’arcobaleno con largo anticipo, partecipare è stato divertente, abbiamo visto travestimenti originali, colorati e veramente stravaganti, in un ambiente irriverente e provocatorio non adatto a chi si scandalizza per poco, e allo stesso tempo sfiancante dato che poi siamo tornati in ostello camminando, e dato che le strade erano chiuse, abbiamo allungato il tragitto ancora di più, il tutto dopo un’intera giornata a spasso. I miei polpacci, già di per sé particolarmente sviluppati, avevano assunto le sembianze e la grandezza della faccia di Platinette, giusto per rimanere in tema.
Insomma, se state facendo un pensierino su un viaggio a Sydney e poi in giro per l’Australia, non pensateci troppo. Si tratta di un Paese veramente bellissimo, le cui millemila ore di volo per arrivarci ti fanno penare e pensare a quanto sia brutta la vecchiaia, ma una volta lì lo spettacolo vi si presenterà anche solo scorgendo il primo tramonto da uno dei tanti punti fronte mare di Sydney. Ed è solo l’inizio, perché è la natura che vi saprà lasciare a bocca aperta e che vi farà dire “cazzo, sono in Australia!”. Una natura selvaggia, fitta, rigogliosa, verde brillante in cui al solo trovarmici immersa, ho finalmente realizzato di essere nel Paese che tanto aspettavo di vedere.
Ed è solo l’inizio. Seconda tappa Melbourne.