Istanbul e la raccolta differenziata: un rapporto ancora difficile

Un occhio distratto, poco attento a determinate dinamiche o semplicemente non scassa palle come me, potrebbe valutare Istanbul come una città pulita e ligia nello smaltimento dei rifiuti. Questo in parte potrebbe essere vero, ma c’è da dire che il rapporto tra la città e la raccolta differenziata è ancora tutto in salita.

PULIZIA DELLE STRADE DI ISTANBUL

Camminando per le strade di Istanbul è raro trovare dei cassonetti. Le persone, quindi, lasciano semplicemente la spazzatura in un angolo e successivamente i netturbini si occupano della pulizia.

In ogni caso le zone, soprattutto quelle del centro, Sultanahmet, Taxsim/Beyoglu e la parte asiatica, più turistiche. sono pulite (a parte l’olezzo di pesce di cui vi racconto qui!). Questo perché il servizio di nettezza urbana pare funzionare in maniera adeguata.

İstiklal Cadessi, Beyoğlu

La situazione è un po’ differente se ci sposta nelle zone residenziali e periferiche. E’ diffusa la pratica, infatti, di lasciare in punti precisi i rifiuti che però puntualmente vengono raccolti dalla nettezza urbana. Diciamo quindi che si tratta di una consuetudine che pare funzionare ma che in ogni caso fa sì che una buona parte dei rifiuti solidi in Turchia si smaltisca in maniera impropria.

COME FUNZIONA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA A ISTANBUL

La raccolta differenziata a Istanbul e più in generale in Turchia parte da centri di smistamento che, in una seconda fase, si occupano di inviare tutti i materiali alle ditte addette al riciclaggio.

Ai miei occhi e soprattutto a distanza di tempo da quando sono stata a Istanbul — sperando che ora le cose siano migliorate — la raccolta differenziata non sembra essere una pratica molto diffusa. Esistono campane per la raccolta del vetro suddivise in due parti: raccolta vetro chiaro e raccolta vetro scuro e poi qui e lì qualche cestino per i rifiuti da riciclare.

Molto diffusi sono i metodi alternativi alla raccolta differenziata, quelli non ufficiali. Ad esempio la gente che fruga nei cassonetti, gira per i mercati e le strade in cerca di materiale (carta, plastica, vetro) da vendere a chi si occupa del riciclaggio. Sono muniti di grandi sacchi bianchi con ruote in cui riporre i rifiuti. Tutto ciò che non viene raccolto da loro viene preso poi dalla nettezza urbana. Un lavoro duro e sicuramente utile in un Paese che però dovrebbe dotarsi di mezzi più evoluti o quantomeno regolarizzati, rispettosi dei lavoratori e dell’ambiente.

Immagine: REUTERS/Murad Sezer

ALCUNE INTERESSANTI INIZIATIVE

Nel frattempo per fortuna qualcosa sembra muoversi. Anche nelle stazioni della metropolitana di Istanbul, come in altre città del mondo, sono apparsi i distributori che ricaricano gli abbonamenti ai mezzi pubblici in cambio di bottiglie di plastica e lattine. Si tratta di una piccola somma, certo, che però può incentivare alla raccolta differenziata e allo stesso tempo contribuire alla sensibilizzazione del cittadino verso questa tematica.

Distributori nelle stazioni metro (immagine: greenme.it)

Altra interessante iniziativa sono i dispenser automatici di cibo per gatti e cani randagi. Istanbul è infatti una delle città più afflitte dal problema del randagismo. Ricordo bene come ad ogni angolo ci fossero cani e gatti abbandonati ovunque. Questi distributori, posizionati strategicamente nelle vicinanze di parchi e giardini pubblici, permettono di depositare bottiglie e rifiuti in plastica e in cambio ricevere croccantini e acqua per cani e gatti abbandonati.

Un bel progetto che intelligentemente cerca di contribuire alla risoluzione di due grandi problemi: l’abbandono dei rifiuti e il randagismo.

Ben vengano dunque queste iniziative, in un Paese come la Turchia che si attesta come terzo d’Europa per produzione di rifiuti domestici e commerciali, all’ultimo posto per quanto riguarda il riciclo, e infine al primo posto come Paese inquinatore nel Mediterraneo.

Il mio augurio per questo splendido Paese è che riesca presto a trovare un’identità sostenibile, forte, innovativa e ispiratrice.

2 risposte a “Istanbul e la raccolta differenziata: un rapporto ancora difficile”

  1. Ottima analisi, purtroppo la situazione nel 2024 è ancora quella descritta: raccolta differenziata quasi nulla e ragazzi poveri che frugano nei cassetti o cestini per recuperare plastica e alluminio. Ci sarebbe un enorme spazio per incanalare questo lavoro precario in un progetto di sviluppo tramite la cooperazione sociale. Anche io sono un “raccoglitore seriale” di rifiuti abbandonati.

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